giovedì 7 luglio 2011

Dalla teoria alla pratica.. alcune proposte di lavoro! LA CONQUISTA DEL VASINO!

Dopo una fase puramente introduttiva, seguita da un approccio più diretto con l'argomento (restante estraneo tuttavia alla realtà effettiva), dovrebbe seguirne una più concreta, nella quale si chiede al bambino se si sente pronto a togliersi il pannolino e ad usare il vasino o il water. Questa fase è senz'altro quella più delicata, in quanto costituisce il momento in cui viene chiesto al bambino di mettersi in gioco in prima persona. Mentre nelle fasi precedenti il vasino veniva usato per esempio dai personaggi delle storie, ora è il bambino stesso che deve farne un uso concreto. Prima ancora di usare il vasino, però, deve accettare l'idea di togliere il pannolino e di stare senza. Ecco dunque che ci si chiede: "Come farglielo accettare?". A tal proposito si consiglia di collocare questo passaggio nei mesi estivi, in quanto l'arrivo del caldo può indubbiamente favorirlo. Il pannolino, infatti, in questo periodo provoca irritazioni della pelle per via dell'aumentata sudorazione ed è così che i bambini in estate possono farne volentieri a meno. Anche se questa non è una vera e propria  accettazione, costituisce però un importante condizione per raggiungerla. Come si è detto più volte il controllo sfinterico non è immediato per cui anche se il bambino desidera che gli venga tolto il pannolino, ciò non significa che abbia acquisito immediatamente la consapevolezza degli stimoli del proprio corpo. Tale decisione, probabilmente, anzi sicuramente, è dettata più che da un fastidio che da una voglia di autonomia. Gli adulti di riferimento (educatrici e genitori) devono a questo punto aiutare il bambino ad acquisire consapevolezza del proprio corpo e delle sue relative funzioni.

Come procedere

1. Il primo passo verso l'autonomia è di chiedere al bambino di togliere il pannolino e di mettere le mutandine. Questa richiesta non dovrà essere vissuta dal bambino come un'imposizione o un ordine, ma l'educatrice dovrà fare in modo che parta dal bambino la voglia di assecondarla. Affinché aumenti la probabilità che ciò accada, l'adulto potrà fare riferimento al famoso percorso di lettura animata della prima fase. Nel caso in cui il bambino manifesti disagio nel togliere il pannolino o nell'avvicinarsi al vasino, l'educatrice potrà raccontargli una storia che gli aveva già raccontato altre volte soffermandosi sui passaggi più importanti e provando a mettere i bambini nei panni del protagonista. Si potrebbe chiedere al bambino :" Ti ricordi di X? X era contento di stare senza pannolino... prova anche tu dai!". Ricordiamo che il bambino in tale passaggio deve essere costantemente supportato e rassicurato.




2. Una volta che il bambino rimane solo con le mutandine deve sperimantare il fatto di sentirsi bagnato o sporco. Fare la pipì o la cacca nelle mutandine serve al bambino per prendere coscienza di questa operazione. Senza un contenimento la pipì scivola lungo le gambe o la cacca rimane nelle mutandine sporcandole. Questo fatto le prime volte, segna un momento molto importante. Da un punto di vista cognitivo il bambino si rende conto che è successo qualcosa di diverso rispetto a tutte le altre volte e deve capire cosa, come e perché è successo. Da un punto di vista emotivo, egli infatti, mostra un grande stupore tant'é che si sorprende e a volte può mostrare un grande interesse per i suoi prodotti. L'adulto a questo punto lo aiuta a comprendere come funziona il suo corpo e come restare pulito senza avere bisogno del pannolino.

3. Qualora il bambino diventi consapevole del proprio corpo ( avverte lo stimolo e avvisa l'adulto di riferimento, denomina parti del corpo e dell'apparato genitale, indica con i relativi nomi i propri prodotti quando li fa o sente per farli, prova fastidio a stare sporco o bagnato e comunica il desiderio di essere cambiato), è a quel punto che lo si invita a stare seduto sul vasino e a provare a fare lì i propri bisogni fisiologici. Tuttavia non bisogna escludere il fatto, che potrebbe in ogni caso esprimerci il suo disappunto. Questo stato di disagio potrebbe nascere dal fatto di sentirsi teso e sotto pressione o dal fatto che, mentre prima (durante il gioco) gli si permetteva di stare seduto con i vestiti ora gli si chiede di farlo senza. Una soluzione al primo punto potrebbe essere quella di creare un contesto tranquillo e di distrarre il bambino nel momento in cui decide di sedersi, raccontandogli una storia o dandogli in mano un rotolo di carta igienica con cui giocare. Una volta che il bambino è seduto sul vasino, ciò non implica il fatto che di lì a pochi secondi farà la pipì o la cacca. Potranno passare svariati minuti o potrà addirittura non farla. Se il bambino desidera alzarsi l'adulto cercherà di non insistere e proverà in un secondo momento, se invece resterà seduto aspetterà con pazienza che avverta lo stimolo per farla. Una soluzione al secondo punto, potrebbe essere quella di osservare i propri compagni. Il momento dell'educazione al vasino viene proposto, infatti, come momento collettivo che s trasforma in un'occasione di alta socializzazione all'interne del quale i bambini possono interagire tra di loro e apprendere gli uni dagli altri. Può capitare così, che osservando i propri compagni o i bambini più grandi sia spinto dalla tendenza ad imitare quanto stanno facendo.

4. I bambini verranno seguiti e accompagnati quotidianamente dal gruppo delle educatrici al nido e dai loro genitori a casa. Giorno dopo giorno, diventeranno sempre più sicuri del loro corpo conquistando così più facilmente la loro autonomia. Avvertire lo stimolo, comunicarlo, fare i bisogni nel vasino e desiderare di essere cambiati diventeranno a poco a poco azioni abituali che entreranno a far parte delle routine di ciascuno.










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