Primo punto da tenere in mente nel momento in cui un adulto voglia intraprendere un percorso di educazione sfinterica con un bambino o con un gruppo di bambini è il fatto che devono essere quet'ultimi a volerlo. Il bambino deve vivere serenamente quest'esperienza e sentirsi libero da ogni forma di costrizione e aspettativa esterna a lui. La decisione di compiere questo passo è sua e di nessun altro ed è per questo che non lo si deve forzare ma lo si deve aspettare. L'atteggiamento dell'adulto in questo caso è decisivo. Nel caso in cui la figura educante eserciti troppe pressioni il risultato oltre che negativo, potrebbe essere addirittura compromettente per vari aspetti, primo fra tutti quello psicologico. Da questo punto di vista potrebbero insorgere nel bambino forme d'ansia e preoccupazioni, che potrebbero a loro volta dare luogo a forme di stitichezza determinando così dei disagi anche da un punto di vista fisiologico. Nel momento in cui inizia l'educazione sfinterica, la preoccupazione maggiore per il bambino è relativa alla capacità di controllo del proprio corpo. In questa fase iniziale il bambino nutre un forte senso di insicurezza nei confronti delle proprie potenzialità e spetta dunque alla figura guida avvalorare e mediare ai suoi eventuali dubbi e alle sue incertezze. Il bambino potrebbe ad esempio aver paura di non saper controllare gli sfinteri e quindi perdere la stima di sé in caso di fallimento. Affinché ciò non accada, l'adulto dovrebbe dimostrarsi sereno ed equilibrato ed evitare di sottolineare l'incapacità che potrebbe generare un sentimento di vergogna e un senso di colpa. Un altro aspetto che potrebbe essere compromesso è quello temporale, potrebbe infatti verificarsi uno sfasamento rispetto ai normali ritmi di maturazione fisiologica.
Immagine presa da: http://mammapuntoevirgola.blogspot.com/2010/02/vasino-sivasino-no.html |