venerdì 11 febbraio 2011

Freud e le fasi dello sviluppo psicosessuale (1°parte)

Nel post precedente si era accennato ad alcuni studi freudiani condotti in merito allo sviluppo pisicosessuale e con particolare riguardo al fatto che, anche nella sessualità infantile la sensazione di piacere diviene un punto fondamentale. Vediamo insieme di analizzare e capire i principali punti di tale questione.
Innanzitutto Freud individua lo sviluppo psicosessuale sulla base dello sviluppo libidico, il quale a sua volta è basato sulle pulsioni. Gli elementi che costituiscono la pulsione sono: la spinta ossia il fattore quantitativo di cui è dotata ogni pulsione, la fonte ossia l' origine interna di ogni pulsione definita come luogo (zona erogena, organo,apparato) o processo somatico che viene definito come eccitazione, la meta vale a dire l'attività a cui spinge la pulsione e che porta ad una risoluzione della tensione interna (soddisfacimento) e l'oggetto che rappresenta sia il fine che il mezzo attraverso il quale la pulsione raggiunge la sua meta, cioè un certo tipo di soddisfacimento. La pulsione dunque è la spinta, la carica energetica o ancora il fattore di motricità che fa tendere l'organismo verso una meta. La pulsione ha la sua fonte in una eccitazione somatica (stato di tensione), la sua meta è di sopprimere la stato di tensione che regna nella fonte pulsionale; la pulsione può raggiungere  la sua meta nell'oggetto o grazie ad esso.
Dopo tale premessa, passiamo agli studi che Freud ha condotto in merito alla sessualità infantile. Raccolti nei Tre saggi sulla teoria sessuale, essi sono una descrizione dello sviluppo genetico della sessualità infantile diviso in tre importanti fasi : la fase orale, la fase anale e la fase fallica. Prima di andarle a vedere nel dettaglio però, e di capire il nesso tra il nostro principale argomento e il tema di cui si sta trattando è necessario fare una precisazione: il modello di sviluppo della libido proposto da Freud è di tipo epigenetico. In generale, si definisce il Modello Epigenetico come una mappa integrale, funzionale a dare una visione integrale dell'essere umano e della sua perfettibiltà in ogni ambito e Freud ha cercato di fare questo nell'ambito sessuale attraverso l'individuazione di varie fasi. Fasi che non si delimitano ad un breve arco di vita, ma che si protendono lungo l'intero cammino evolutivo durante il quale si sviluppano continuamente nuove strutture formando con le precedenti un tutto unitario e coerente con la crescita propria di ogni individuo o più precisamente con il processo biologico di maturazione dell'individuo stesso. Da ciò si intuisce che la fonte pulsionale (punto cardine della sessualità secondo Freud), nonostante abbia un ugual peso tanto per la sessualità adulta quanto per quella infantile, differisce però per il grado di maturazione fisica, fisiologica, psicologica, neurologica che vi è tra adulto e bambino. Parlare di sessualità infantile dunque non è la stessa cosa che parlare di sessualità adulta, anche se è pur vero che le due non possono comunque essere completamente slegate l'una dall'altra dal momento che la sessualità adulta trova le sue fondamenta in quella infantile.

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